
Questa non è “una” via di uscita, è l’unica via di uscita: dare voce ai pensatori musulmani moderati. Per questo le Edizioni Zikkaron intendono pubblicare il volume “Vie islamiche alla nonviolenza” di Jawdat Said, a cura di Naser Dumairieh, Prefazione di Adnane Mokrani, Traduzione dall’arabo e note a cura di Paola Pizzi nella collana Altrimondi diretta da Ignazio De Francesco.
Un libro che segnerà una svolta nei rapporti tra musulmani, laici e cristiani.
Con una limpidezza sorprendente Said, siriano in esilio in Turchia, offre una esegesi nonviolenta di alcuni passi del Corano e della tradizione islamica. E’ la dottrina del primo figlio di Adamo, Abele che dice a suo fratello Caino: «E se stenderai la mano contro di me per uccidermi io non stenderò la mano su di te per ucciderti perché ho paura di Dio, il Signore dei mondi» (Cor. 5, 28)
Da qui Said inizia per lanciare un appello al rifiuto dell’uso della violenza, un appello rivolto in primo luogo ai musulmani, ma non solo: anche ai cristiani e a tutti gli uomini.