Bologna, giovedì 15 dicembre ore 18.00 Palazzo d’Accursio – Sala Farnese, Piazza Maggiore 6 in occasione del 20° anniversario della scomparsa di Giuseppe Dossetti, l’Associazione Zikkaròn, l’Istituto De Gasperi, l’Istituto Gramsci presentano il volume Giuseppe Dossetti, L’invenzione del partito, a cura di Roberto Villa. Dopo i saluti di Virginio Merola, Davide Conte introduce gli interventi di Paolo Pombeni e Carlo Galli. Sarà presente il curatore. Con il patrocinio del Comune di Bologna e della Regione Emilia Romagna.
Il titolo del libro dà conto proprio di questa sua tenace determinazione: “L’invenzione del partito”. Un esempio notevole della visione che egli aveva della funzione del partito e dell’impegno che fin da subito egli profuse per inventarlo è dato dalle dettagliatissime “disposizioni” che diede per la “Giornata della solidarietà popolare” indetta dalla DC per il 1° novembre del ’45.
La Giornata avrebbe dovuto essere, scriveva, «la dichiarazione e a un tempo l’inizio della concreta attuazione di un programma di solidarietà di tutto il popolo italiano». Si tratta di indicazioni molto ricche sul piano dei contenuti ideali, dei valori da mettere in campo, ma anche ricche di iniziative concrete che dessero corpo ai valori proclamati, e ricche di particolari organizzativi pensati con estrema cura.
Dossetti arrivava dappertutto. In una nota del 25 novembre dello stesso anno scrive che il partito «non può lasciare avvicinare il periodo delle Feste senza consigliare i dirigenti degli uffici provinciali sulla opportunità di approfittare della ricorrenza natalizia per promuovere in tutte le sezioni riunioni atte a richiamare ai nostri aderenti la dottrina nostra sulla Famiglia». Dossetti, nel secondo periodo in cui ebbe il ruolo di vicesegretario del partito, partecipa a tutte le riunioni della Giunta esecutiva centrale, che ha il compito di coordinare l’attività dei dirigenti del partito in tutti i settori, e ne tiene i verbali (perché non si fida del verbalizzatore ufficiale).
È lui che predispone gli argomenti in discussione e quasi sempre è lui che ne svolge i contenuti avviando la discussione. In un anno partecipa a 31 sedute della Giunta, a cui vanno aggiunte ventisette riunioni della Direzione e una lunga serie di riunioni dei direttivi dei gruppi parlamentari e del collegio dei probiviri.
Ma se Dossetti si occupa di ogni aspetto della politica del partito (e nel libro, ad esempio, si trovano brevi ma assai interessanti annotazioni sul concetto di democrazia sostanziale e sulle critiche da lui mosse alla politica economica impostata da Pella), straordinaria è l’attenzione che egli dà a rendere il partito stesso un organismo davvero vivo e vitale, partecipato da ogni singolo aderente e in grado di trarre da ogni singolo aderente la linfa vitale per la sua azione politica: si veda la scheda predisposta per i comizi dedicati alla “vitalizzazione del partito”.
Vi sono, poi, nel libro pagine insolite. Come la lettera scritta nell’agosto 1950 a Luigi Carraro, professore di diritto privato e segretario regionale della DC veneta, in cui con grande umiltà scrive: «Vorrei che tu mi aiutassi a fare il mio bilancio, indicandomi anche le mancanze e gli errori che io non ho saputo vedere». O le brevi lettere scritte a Mario Scelba, più tardi, nel ’54, quando Scelba divenne primo ministro, e poi nel 1959, al tempo della sua ordinazione sacerdotale: in esse c’è la testimonianza, come nota Roberto Villa, di come Dossetti, pur nella divergenza politica, seppe tenere forti rapporti amicali con gli uomini provenienti dall’esperienza del popolarismo sturziano.
Il volume è edito dalle Edizioni Zikkaron, promosse a Marzabotto dalla cooperativa Koinonia fondata nel 1999 da alcuni membri della Piccola Famiglia dell’Annunziata, la comunità a cui Dossetti ha dato vita a metà degli anni ’50.
* Riprendiamo il presente articolo dall’Agenzia giornalistica Fidest postato il 9/12/2016.